domenica 30 gennaio 2011
le sfingi
La sfinge è una figura mitologica appartenente tanto alla mitologia greca quanto alla mitologia egizia. Viene raffigurata come un mostro con il corpo di leone e la testa umana (androsfinge), di falco (ieracosfinge) o di capra (criosfinge).
Nome
Il suo nome deriva dal termine in greco antico Σφίγξ (sphinx; gen. Σφίγγός, sphingós), termine che nella coscienza linguistica dei Greci viene messo in relazione col verbo σφίγγω che significa strangolare e quindi col senso di strangolatrice[1]. Tuttavia è possibile avanzare l'ipotesi che il termine Σφίγξ sia un adattamento fonetico dell'antico egiziano
šps-ˁnḫ col significato di immagine vivente, in cui il geroglifico che raffigura il leone è sovente sostituito dall'immagine della Sfinge stessa.
Mitologia egizia
La sfinge nella mitologia egizia è un monumento che veniva costruito vicino alle piramidi dei faraoni dagli schiavi egizi. Aveva il corpo di un leone e la testa che, si crede, raffigurava il faraone. Le più famose sfingi sono quelle costruite vicino alle piramidi dei faraoni Cheope, Chefren e Micerino a Giza, vicino al Cairo.
Mitologia greca
Nella mitologia greca - che la raffigura dotata di ali e con la testa di una donna - era stata mandata da Era, in segno di punizione, contro la città di Tebe. Insediatasi sopra una rupe sopra il monte Citerone, poneva l'enigma o sciarada a chi passava, divorando coloro che non riuscivano a venire a capo del quesito.
L'indovinello - consistente nell'individuare quale fosse l'animale che al mattino cammina su quattro zampe, a mezzogiorno su due e alla sera con tre - ebbe la sua soluzione e la sua risposta (ovvero l'uomo perché quando è bambino ossia al mattino della vita cammina carponi con le mani per terra e quindi con quattro zampe; a mezzogiorno, nel fiore dell'età cammina con due piedi; e da vecchio, ossia al tramonto della vita, non reggendogli più le gambe è costretto a servirsi del bastone e così cammina con tre piedi) da Edipo. Sconfitta, la sfinge si dette la morte gettandosi da una rupe (anche se, secondo altre versioni della leggenda, ad ucciderla sarebbe stato lo stesso Edipo).
Si ritiene che la sfinge greca non sia derivata da quella egizia, ma appartenga ad un indipendente sostrato mitologico di area mesopotamica.
Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli è custodito un cratere apulo che si ritiene illustri un altro mito (a noi non pervenuto) avente la Sfinge come protagonista: un sileno che porge al mostro un uccello chiuso nel palmo della sua mano. L'analogia con una favola di Esopo (la n. 55, in cui un contadino, per dimostrare l'onniscienza dell'oracolo di Delfi, si reca presso di lui con un passero in mano, e gli chiede se ha con sè una cosa vivente o non vivente, pronto ad uccidere l'uccellino nel caso la risposta sia la prima) ha fatto pensare che il sileno stia sottoponendo la sfinge ad un enigma, cosa che rovescerebbe il mito di Edipo; ma i due potrebbero anche essere intenti ad una gara pacifica, antecedente all'episodio edipeo. Si è anche supposto che la figurazione possa essere collegata al dramma satiresco di Eschilo La Sfinge, ma la sua interpretazione è ancora controversa. In ogni caso il cratere testimonia la diffusione del mito della Sfinge nell'area greco-italica.
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